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E’ meglio l’olio di semi oppure olio extravergine di oliva per friggere?

E’ meglio l’olio di semi oppure olio extravergine di oliva per friggere?

In tutti i nostri supermercati o ipermercati, ormai, siamo abituati a vedere una grande quantità di oli diversi, non solo per origine e sapore, ma anche per proprietà nutrizionali e organolettiche. Tra i tanti, due sono i più noti: l’olio extravergine di oliva e l’olio di semi di girasole. La domanda adesso sorge spontanea: quale preferire o scegliere in cucina?

Per fare chiarezza noi dell’Oleificio Lovascio vi spieghiamo quali sono le principali differenza tra i due tipi di oli presenti sul mercato.

L’olio extravergine di oliva è un alimento nobile, derivato dalla spremitura delle olive. È un ottimo condimento a crudo per insaporire le nostre pietanze, conservare i cibi, ma soprattutto è alla base della famosa dieta mediterranea. Quello che in pochi sanno, invece, è l’uso dell’olio extravergine di oliva per le fritture. Proprio per preparare un’ottima e squisita frittura, croccante e dorata, è necessario scegliere l’olio giusto.

La prima domanda che vi sarete sicuramente posti è: meglio friggere con l’olio d’oliva o con l’olio di semi? Per noi dell'Oleificio Lovascio non ci sono dubbi: l’olio d’oliva è l’ideale per friggere, in quanto garantisce una miglior stabilità.

Sostanzialmente l’olio non deve mai raggiungere la sua massima temperatura, detto punto di fumo, affinché questo non inizi a bruciare e rilasciare sostanze tossiche e dannose per il nostro organismo.

L’olio d’oliva, specialmente se extravergine, è in effetti quello più adatto alla frittura in quanto ricco di vitamina E, polifenoli e antiossidanti che esercitano una protezione efficace contro il degrado causato dall’elevata temperatura di frittura. L’olio extravergine d’oliva è l’unico ad avere un punto di fumo molto elevato, resistendo efficacemente ad alte temperature (180°-210°C).

L’olio di semi di girasole

L’olio di semi di girasole ha più grassi polinsaturi (omega 3 e omega 6) rispetto all’olio extravergine d’oliva e di conseguenza si altera facilmente alle alte temperature. In assenza, inoltre, degli antiossidanti il grado di nocività e tossicità può essere ben superiore se viene raggiunto il punto di fumo. In particolare gli omega 3 sono sensibili al calore e alle elevate temperature.

Il risultato è che, in seguito ad un eccessivo e prolungato surriscaldamento, l’olio di semi di girasole possa risultare eccessivamente danneggiato, per nulla leggero a livello digestivo, corrosivo per il fegato e cistifellea.

A prescindere però dal seme d’origine, non tutti gli oli sono uguali. A fare la differenza in questo caso è anche il processo di estrazione e raffinazione. Il lungo processo al quale vengono sottoposti per diventare oli economici e a lunga conservazione, dall’odore quasi assente e un sapore scialbo, li priva dei loro migliori nutrienti e favorisce la formazione di quei grassi nocivi per la nostra salute.